Carmilla Karnstein

Carmilla Karnstein
Benvenuto nel mio castello

venerdì 11 febbraio 2011

Breve storia della letteratura vampirica dal 1800 ad oggi

L'anno di nascita del vampiro letterario risale ad una piovosa giornata di giugno del 1816,a villa Diodati sul lago di Ginevra.Shelley e la sua futura moglie Mary,Byron ed il suo segretario personale Polidori,per passare il tempo decisero di inventare delle storie di fantasmi.Da quella giornata uscirono fuori l'idea del Frankestein e quella de Il Vampiro,un romanzo ancora oggi poco noto (purtroppo!),il cui autore fu William Polidori,ma che,in origine(1819),fu pubblicato con la firma inconsapevole di Byron.
Goethe arrivò persino a complimentarsi con il dissoluto Lord,dicendo che quello era il miglior romanzo che avesse mai scritto.Nacque così il prototipo del vampiro bello,aristocratico,crudele e spietato,libertino ed irresistibilmente affascinante;costui è stato ritenuto a lungo come una sorta di vampirizzazione di Byron stesso poichè il suo nome,Lord Ruthwen,era lo stesso che,in un precedente romanzo,aveva attribuito proprio a Byron una sua ex amante particolarmente vendicativa.
Da questo momento in poi abbiamo numerosi esempi di vampiri in letteratura che vale la pena di citare.
La novella Vampirismus di E.T.A.Hoffman del 1828,in cui il tema del vampirismo vira piuttosto verso la necrofagia;Lord Ruthwen ed i Vampiri,di Nodier che,sotto pseudonimo,si propone di continuare le gesta del vampiro vagabondo (una sorta di Casanova vampiro);il racconto Il Vij di Gogol;La morta Innamorata di Gautier in cui ritorna ancora la figura del vampiro donna.
Tuttavia troviamo anche esplicite o accennate entità vampiriche anche in scrittori quali Poe,Dumas (padre),Tolstoj,Baudelaire e nelle opere delle due sorelle Bronte.
Si arriva così agli anni 1845-1847 in cui uscirono le 220 dispense settimanali di Varney il Vampiro,un feulletton orrorifico che,benchè concepito per un pubblico di massa,divenne presto una rarità editoriale.Varney introduce tanti degli archetipi che caratterizzeranno il vampiro della letteratura futura,molto più del Ruthwen di Polidori e,soprattutto introduce il tipo di vampiro malinconico e addolorato,forzatamente costretto alla solitudine.Oggi si tende a pensare gli autori come un gruppo di scrittori,i più importanti dei quali furono T.P. Prest e J.M. Rymer.
Nel 1872,nell'antologia "In a glass Darkly" viene pubblicata Carmilla di J.S. Le Fanu,un racconto lungo (o piuttosto un romanzo breve),che fu motivo di ispirazione per quello che doveva essere l'inizio del Dracula di Stoker,ma che fu successivamente eliminato dall'autore:L'ospite di Dracula.
Le Fanu racconta di come Laura,la figlia del barone von Reichenbach,vedrà la sua vita arricchirsi della presenza di una ragazza,Carmilla,che per fortuna o per caso si trova a voler ospitare nel suo castello.Plagiata dal carisma e dalla bellezza che questa misteriosa fanciulla emana,cercherà di indagare sul suo passato e sul chi fosse realmente.La narrazione diventa sempre più incalzante,giungendo all'azione,dissipando piano piano ogni perplessità sia di Laura che del lettore.Le Fanu dimostra una conoscenza ben chiara del folklorico vampiresco descrivendo avvenimenti che giocano con il mito popolare.La storia è stata da sempre interpretata con un certo saffismo velato,nascosto dietro l'apparente amore che intercorre tra le due giovani protagoniste.Ma "l'amore vuole i suoi sacrifici.Non c'è sacrificio senza sangue"dice Carmilla.
Da questo momento in poi il vampiro inizia il suo lento cammino verso la cima dei più gettonati soggetti letterari e troverà la sua massima espressione del Dracula di Stoker del 1897.
Nel suo capolavoro Stoker compie un'approfondita ricerca storico folklorica per creare un personaggio che doveva incarnare tutti gli stereotipi negativi dello straniero.Così,quando all'inizio del romanzo,Dracula traccia la sua genealogia,in essa Stoker inserisce Attila re degli Unni,i vichinghi giunti dall'Islanda,i Szèkely,fiera nazione ungherese a cui era dato l'incarico di difendere i confini orientali del Regno d'Uungheria,e,naturalmente,Vlad Tepes,tanto denigrato dalla pubblicistica transilvana-ungherese-sassone perchè accusato di essere un tiranno sanguinario e brutale(non è vero!).Stoker quindi stravolge l'origine etnica del Dracula valacco,storicamente esistito appunto come Vlad Tepes,e ne fa un esponente di quel "Nordicum" barbarico,"vagina gentium" dominato da popolazioni molteplici: celtiche,turche,unne,ungro-finniche,iraniche,germaniche e slave,che tanto aveva impaurirto nei secoli i popoli dell'Europa mediterranea.Per un personaggio come quello di Dracula nessuna regione d'Europa poteva meglio adattarsi che la Transilvania,terra che fino alle pulizie etniche del XX secolo era un crogiuolo inestricabile di nazioni,religioni,popoli e credenze provenienti da tutti gli angoli del continente europeo e asiatico.Sul substrato storico e ambientale transilvano si innestano quindi molto bene gli elementi folklorici usati da Stoker,e sono molti poichè,come sappiamo,il vampiro è vecchio come il mondo,e le leggende che lo riguardano sono antiche e terribili,alimentate dalla superstizione e dall'ignoranza (e se fosse tutto vero?).L'innesto principale è comunque sulla figura storica del principe Vlad III di Valacchia( 2 novembre 1431-dicembre 1476),che governava la regione immediatamente a sud della Transilvania,la Valacchia appunto,zona di confine tra le terre della Corona di Santo Stefano e l'impero Ottomano.Vlad III era figlio di Vlad II,il quale fu investito dell'Ordine del Dragone da Sigismondo di Lussemburgo,re d'Ungheria e imperatore,da questo derivò l'appellativo di suo figlio Draculea:figlio del dragone( il termine drac stà a significare però anche demonio,pertanto Draculea può anche essere tradotto come figlio del demonio ).La figura di Vlad III,vissuto in un'epoca e in condizioni non certo facili,ha ereditato un'aura storica tutt'altro che lusinghiera,essendo divenuto famoso come il despota sanguinario Vlad Tepes,ovvero Vlad l'impalatore.Furono soprattutto i Transilvani,ed in particolare i Sassoni,a ritrarre e diffondere un'immagine del despota particolarmente macabra,a causa dei suoi ripetuti attacchi alle ricche città transilvane e alla sua instabilità nel rispettare le alleanze con il re ungherese( che lo tenne prigioniero per dieci anni nei pressi di Budapest,a Visegràd ).Inoltre,secondo le cronache dell'epoca,il supplizio che preferenzialmente infliggeva ai nemici era quello dell'impalatura,a cui si dilettava di assistere mentre banchettava.La storia,come moltre altre storie di molti autori,nasce da un incubo che Stoker ebbe dopo una scorpacciata di gamberi fatta in compagnia dello storico e amico ungherese Armin Vàmbéry,che lo guidò e lo aiutò durante la stesura,soprattutto nella descrizione dei luoghi,uno dei punti di forza del romanzo.La storia si svolge come raccolta di selezioni dai diari e dalle lettere dei protagonisti: l'obiettivo era certamente quello di dare una parvenza di realtà alle vicende fantastiche che stava raccontando.Il personaggio del conte Dracula è rimasto popolare negli anni,anzi,accrescendo la sua fama ed il suo fascino nel tempo,dando così vita ad un elevato numero di film:160 approssimativamente,ma circa 650 le pellicole che includono riferimenti a Dracula.Inoltre la sua figura è stata ripresa o citata da numerosissimi autori in un numero pressochè incalcolabile di opere di fantasia.
Dunque,da 100 anni a questa parte la letteratura (purtroppo solo quella riconosciuta come erroneamente minore) pullula di succhiatori di sangue.Mi sembra giusto citare alcuni autori che hanno prodotto opere considerevolmente pregiate ed interessanti sul tema qui proposto.
Iniziamo da Stephen King con lo splendido romanzo Le notti di Salem,del 1975.In una prefazione del libro scritta del 1999,King discute dell'importanza di Dracula e formula una teoria secondo la quale Il Signore degli Anelli sia molto simile al Dracula di Stoker,con Frodo nel ruolo di Jonathan Harker,Gandalf per Abraham Van Helsing e Sauron per il conte.Al di là di questo il romanzo è nel tipico stile del Re del Brivido e ipnotizza il lettore proiettandolo al centro della scena.Inoltre il romanzo trova una sua appendice nel racconto Il bicchiere della Staffa che compare nella raccolta A Volte Ritornano.
Le Cronache dei Vampiri è una serie di romanzi horror della scrittrice statunitense Anne Rice avente come protagonisti appunto i vampiri. "Creature splendide,dal sesso incerto,come quello degli angeli,ma decisamente più interessante"(Anne Rice).Il protagonista è Lestat de Lioncourt,un nobile francese diventato vampiro nel XVIII secolo:le sue vicende si intrecciano con quelle di altri che,prima dopo di lui,hanno ricevuto "il dono oscuro".Le cronache hanno guadagnato una grande popolarità col il primo libro Intervista col Vampiro.Ogni libro si concentra in particolare sulla figura di un vampiro e spesso si riferisce ai fatti avvenuti nei libri precedenti.Questi romanzi hanno un'importanza prevalentemente narrativo-descrittiva e un forte stile riflessivo:si da ampio spazio ai sentimenti ed alle relazioni tra vampiri,creature che sono in grado di amare come e più di ogni altro uomo.I vampiri talvolta diventano degli attenti osservatori che,al di fuori del tempo,analizzano il susseguirsi delle epoche.Grazie alla sua abilità narrativa la Rice riesce ad inserire i suoi vampiri nel mondo odierno in maniera del tutto verosimile.
Nel 1992 Kim Newman pubblica Anno Dracula,primo romanzo di una serie che mescola vampiri,storia alternativa e personaggi storici e letterari dei XIX secolo,a cui seguono due romanzi,ambientati l'uno durante la prima guerra mondiale( Il Barone Sanguinario),l'altro negli anni cinquanta( Dracula Cha Cha Cha),e svariati racconti.
Il ciclo del Potere del sangue di Nancy Kilpatrick,a causa della presenza di alcuni elementi non propriamente "leggeri",risulta essere una serie abbastanza controversa.Il primo romanzo,La notte dei Vampiri non è di facile digestione:chi cerca storie romantiche si trova a dover fare i conti con scene di sottomissione ed abiezione,sia in ambito sessuale che psicologico.Negli altri invece si vira verso un'impostazione passionale e poetica decisamente più accettabile da chi è più impressionabile.Tuttavia la serie risulta estremamente fruibile ed affascinante per i cultori del genere.
Colleen Gleason è invece l'autrice di una fortunata serie di libri aventi per protagonista una cacciatrice di vampiri,Victoria Gardella.Oltre all'affascinante cornice ottocentesca di un'Inghilterra trine e merletti,l'autrice ci presenta figure affascinanti ed enigmatiche che non possono lasciare indifferenti anche i lettori più scettici (in particolare le lettrici!).
L'elenco di autori potrebbe continuare all'infinito,ma ciò che è evidente è la consapevolezza e l'evidenza che la figura del vampiro,la sua leggenda,il timore ed il fascino che emana il non morto non ha mai avuto fine.Dunque,mi pare evidente che i vampiri "sono tra noi":buona caccia a tutti.

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